Capperi!O per meglio dire, Capparis spinosa, facente parte della famiglia delle Capparaceae.
I capperi sono consumati fin dall’antichità, se ne parla nell’Antico Testamento, ed i romani li usavano per le salse di pesce.
La coltivazione è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, se ne mangiano appunto i boccioli, che devono essere raccolti prima della schiusura.
Si possono acquistare sott’aceto, in salamoia o sotto sale e si utilizzano in diverse preparazioni, spesso ad accompagnare un piatto di pesce o meglio ancora con olive e cipolle, tipico sapore mediterraneo. Insieme ad olive e filetti di acciughe, si compone una salsa provenzale, la Tapenade.
Per quel che riguarda l’utilizzo terapeutico, sono state attribuite proprietà diuretiche e protettive dei vasi sanguigni. Gli ultimi studi attribuiscono ai capperi, una vasta gamma di attività biologiche: antiossidante, antinfiammatori, antitumorali, antimicrobiche e antidiabetiche. In un recente studio,sono stati approfonditi gli effetti benefici degli estratti di C .Spinosa sul diabete. Diversi studi hanno mostrato l’attività anti-iperglicemica e ipolipemizzante. I meccanismi che lo consentono, comprendono la riduzione dell’assorbimento di carboidrati dall’intestino tenue, l’inibizione della gluconeogenesi nel fegato, l’aumento dell’assorbimento di glucosio da parte dei tessuti e la protezione / rigenerazione delle cellule beta. Questa pianta migliora anche i disturbi cardiovascolari, il danno epatico e la nefropatia (in modelli animali) del diabete, che sono attribuiti alle sue sostanze fitochimica antiossidanti,ossia i composti fenolici, i flavonoidi, i carotenoidi, tocoferoli e terpeni (Vahid H, et al. Bionde Pharmacother, 2017).
Insomma, non solo ottimi per insaporire le pietanze estive, ma anche molto promettenti in ambito terapeutico!